Maurizio Colucci propone su Cantieri Cristiani la prima tappa di un excursus storico sulle origini del Rinnovamento Carismatico Cattolico. L’articolo è uno dei contributi pubblicati sul nostro blog che, a partire dalla Pentecoste 2020, vuole ripercorrere l’avvento dei movimenti nati dall’esperienza del “battesimo nello Spirito”.
A proposito delle origini del Rinnovamento carismatico cattolico, è importante sottolineare fin da subito che gli storici e i sociologi includano tale movimento nel vasto mondo pentecostale, che nei nostri tempi abbraccia oltre un quarto del Cristianesimo, tra denominazioni pentecostali propriamente dette e movimenti sorti nelle chiese storiche.
Su queste radici pentecostali negli anni settanta si accesero diverse discussioni, limitate in seguito a due opinioni contrapposte: la prima opinione si appellava ad un Rinnovamento nato soprattutto per la spinta del Concilio Vaticano II, quasi un adempiersi della “profezia” di Giovanni XXIII sulla nuova Pentecoste che doveva invadere la Chiesa Cattolica[1]; questa posizione fu sostenuta soprattutto da membri della gerarchia ecclesiastica e da frange del movimento molto vicine ad essa, come ad esempio quella italiana, notoriamente molto attaccata agli indirizzi dei vescovi. La seconda opinione d’altra parte accentuava l’importanza dell’influsso pentecostale sul sorgere del Rinnovamento carismatico cattolico, considerando tale influsso estremamente necessario; tale posizione, che presentava alcuni rischi per il mantenersi dell’ortodossia cattolica nel movimento, fu appoggiata, oltre che da alcuni storici e teologi, anche da frange maggiormente entusiaste, la qual cosa talvolta portò ai primi felici esperimenti di ecumenismo con il mondo pentecostale-protestante[2].
L’opinione corrente, che rispecchia anche la nostra, è che i due influssi siano stati entrambi necessari e complementari per la nascita del movimento, sicché potremmo affermare che l’esperienza pentecostale-carismatica non avrebbe attecchito tra i cattolici senza il “vento del Concilio” (ma bisogna anche tener conto del magistero della Chiesa che va da Leone XIII in poi[3]), e d’altro canto che il Concilio Vaticano II sarebbe rimasto lettera morta tra i fedeli senza l’entusiasmo esperienziale dei pentecostali[4].
Storia delle origini del Rinnovamento carismatico cattolico
Gli antecedenti

Inizieremo dicendo che per origini intendiamo il periodo che va dalla chiusura del Concilio Vaticano II fino a tutto il 1967, anno in cui si svolge il primo congresso interamericano del movimento.
Guardando però le origini del Rinnovamento carismatico cattolico non possiamo non evidenziare un fattore che viene subito alla luce : la mancanza di un fondatore. Mentre negli altri grandi movimenti del nostro secolo possiamo scorgere una personalità particolare che ha dato il via all’esperienza, tramite anche una chiamata specifica (si pensi per esempio a Chiara Lubich per il movimento dei Focolarini o a Kiko per il cammino neocatecumenale, tanto per citarne alcuni), per il Rinnovamento non troviamo un nome in particolare, ma soltanto tante testimonianze di persone che hanno vissuto e in seguito diffuso un’esperienza comune. Infatti, esaminando i partecipanti del “week-end Duquesne” (considerato all’unanimità dagli storici l’inizio del Rinnovamento cattolico, nel 1967, nessuno di essi si può definire un fondatore, ma tutto al più possono essere considerati degli anziani; né tale titolo di fondatori può essere attribuito a Ralph Keifer e Patrick Bourgeois, i primi due cattolici secondo le cronache a ricevere il battesimo dello Spirito Santo[5], poiché è molto probabile che già prima del 1967 dei cattolici abbiano avuto dell’esperienze di tipo pentecostale[6], e abbiamo alcune testimonianze del manifestarsi del carisma della glossolalia all’interno del movimento dei Cursillos risalenti al 1965[7].
Ed è proprio da questo punto che vogliamo iniziare la trattazione, per comprendere meglio il clima spirituale che ha dato il via al sorgere di questo movimento.

Siamo nel 1965, alla chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e in tutta la Chiesa Cattolica si assiste ad una rinascita del fervore, soprattutto laicale. I fermenti del Concilio danno linfa vitale per il formarsi di nuove esperienze e ravvivano tutti i movimenti preconciliari, come ad esempio quello già citato dei Cursillos. Negli Stati Uniti all’interno di questo movimento, frequentato da molti professori e studenti universitari, si formarono dei legami di amicizia e di conoscenza tra alcuni docenti dell’Università Duquesne di Pittsburg e dell’Università Notre Dame di South Bend (Indiana). Dalla prima Università provenivano il professore di storia William Storey e il già citato Ralph Keifer, professore di teologia. Essi erano rimasti delusi dai risultati dei lori impegni apostolici nella liturgia, nell’ecumenismo e nell’ambito della pace (guerra del Vietnam), e, confrontando il loro cristianesimo con i racconti esaltanti degli Atti degli Apostoli, arrivarono alla conclusione che in loro mancava l’esperienza del dono dello Spirito Santo e soprattutto l’esperienza di quei carismi straordinari.
Decisero quindi nella prima metà del 1966 di pregare tutti i giorni l’uno per l’altro con il Veni Sancte Spiritus, l’inno che la Chiesa fa cantare il giorno di Pentecoste. Nell’agosto del 1966 i due professori incontrarono ad un raduno dei Cursillos altri due amici, Steve Clark e Ralph Martin, animatori della parrocchia universitaria di East Lansing nel Michigan. Fu in questa occasione che Clark parlò loro di una lettura che lo aveva nello stesso tempo entusiasmato e sconcertato, il libro di David Wilkerson La croce e il pugnale. In questo testo l’autore, un pastore pentecostale, racconta della sua missione apostolica in uno dei quartieri più malfamati di New York (Bandford-Struyvesant), in mezzo ai drogati, bande di quartiere, gli hippies ed emarginati di vario genere. La narrazione è intrisa di numerosi fatti sorprendenti attribuiti all’azione dello Spirito Santo e per questo motivo tale libro affascinò i quattro cursillos, poiché confermava la loro convinzione che ancora oggi fossero possibili i prodigi dei primi secoli della storia del Cristianesimo. Clark e Martin avevano addirittura pensato di andare a New York per visitare il Centro per adolescenti di Wilkerson[8].
Ralph Keifer invece aveva scoperto un altro libro che attirerà l’attenzione dei quattro amici, Essi parlano in altre lingue di John L. Sherrill, lo stesso giornalista che aveva steso la storia di Wilkerson. In tale testo, un classico della letteratura neopentecostale, l’autore cerca di dimostrare la fondatezza del Pentecostalismo, in particolare riguardo al dono delle lingue, prima con l’occhio del giornalista e poi con quello del partecipante (Sherrill ricevette in seguito il Battesimo dello Spirito).
Questi due libri diedero una scossa agli animi delusi dei quattro amici e portarono i due professori della Duquesne alla decisione di rivolgersi a qualche pentecostale, per verificare la veridicità dei fatti narrati e per cercare risposte esaurienti ai loro interrogativi più pressanti.
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(resta collegato su Cantieri Cristiani: nei prossimi giorni pubblicheremo la seconda parte di questo interessante percorso storico)
[1] Cfr. P. Gallagher Mansfield , Come da una nuova Pentecoste, Ed. Ancora, Milano 1993, p. 22.
[2] Cfr. sul punto M. Introvigne, La sfida pentecostale, Ed. Elle Di Ci, Torino 1996, p. 64.
[3] P. Gallagher Mansfield, Come da una nuova Pentecoste, op. cit. , pp. 24-25.
[4] Ibidem, pp. 30-40 .
[5] M. Panciera, Il Rinnovamento carismatico in Italia, op. cit. , p. 115 ; R. Laurentin, Il movimento carismatico nella Chiesa Cattolica, op. cit. , p. 14 ; P. Gallagher mansfield, Come da una nuova Pentecoste, op. cit. , p. 39 ; tutti e tre i testi attingono, oltre che a testimonianze personali, soprattutto a K. e D. Ranaghan, Il ritorno dello Spirito, Jaca Book, Milano 1978, che a dire di Laurentin è la migliore trattazione delle origini del Rinnovamento carismatico cattolico.
[6] M. Panciera, Il Rinnovamento carismatico in Italia, op. cit. , p. 112 ; P. Gallagher Mansfield, Come da una nuova Pentecoste, op. cit. , p. 21.
[7] P. Gallagher Mansfield, Come da una nuova Pentecoste, op. cit. , pp. 29-30.
[8] Sulla diffusione e l’influsso che ebbero sui i primi carismatici cattolici i due testi La croce e il pugnale, di David Wilkerson e Essi parlano altre lingue, di John Sherril, di cui tratteremo in seguito, cfr. P. Gallagher Mansfield, Come da una nuova Pentecoste, op. cit. , pp. 30-31.
Nato a Messina nel 1976. Laureato in lettere presso l’Università di Messina nel 1998, con una tesi in Storia del Cristianesimo. E’ docente di lettere nei licei ed inoltre docente di sostegno specializzato. E’ stato giornalista pubblicista fino al 2016, collaborando con testate locali e nazionali. Tra le sue passioni c’è la scrittura narrativa (ha al suo attivo due pubblicazioni) e la musica (compositore di musica sacra e animatore musicale nella liturgia, nei momenti di preghiera carismatica e in spettacoli di evangelizzazione).