Dopo il primo e secondo articolo sulla storia del Rinnovamento Carismatico Cattolico, continua il racconto di Maurizio Colucci che, in questo capitolo, racconta i dettagli di ciò che avvenne fra il 17 e il 19 febbraio del 1967 a Duquesne.
La “data di nascita” del Rinnovamento carismatico cattolico viene solitamente collocata tra il 17 e il 19 febbraio del 1967; in quei giorni si svolse un ritiro spirituale che in seguito verrà sempre ricordato come il “Week-end Duquesne”.
Il primo passo alla preparazione di questa esperienza fu il cambiamento del tema del ritiro. Infatti i professori William Storey e Ralph Keifer, essendo entrambi consiglieri dell’associazione “Chi Rho”, come abbiamo accennato negli articoli precedenti, suggerirono alla luce delle loro nuove esperienze una modifica sugli argomenti da meditare durante il week-end. Il consiglio fu accolto da tutti e fu sostituito al vecchio tema, Le Beatitudini, il nuovo tema basato sugli Atti degli Apostoli, con particolare attenzione ai primi quattro capitoli, nei quali si racconta della Pentecoste e dell’effusione dello Spirito Santo sulla prima comunità cristiana. Senza dubbio tale argomento, dopo la diffusione tra gli studenti delle notizie riguardanti le prime esperienze pentecostali, era più stimolante e creava nei partecipanti un senso d’attesa di qualche evento prodigioso o perlomeno nuovo[1].
Il ritiro ebbe inizio il 17 febbraio e vi parteciparono una trentina di persone.
Si svolse in una casa per esercizi spirituali chiamata Ark and the Dove, cioè l’Arca e la Colomba, a quindici miglia dal centro di Pittsburgh.
L’incontro iniziò con un classico discorso inaugurale e subito dopo si celebrò una liturgia penitenziale.
La prima proposta, che partì dai due professori, fu di cantare prima di ogni sessione il Veni Creator Spiritus, la qual cosa servì a focalizzare l’attenzione sulla presenza e l’azione dello Spirito Santo nella vita cristiana, specialmente nella vita individuale dei presenti.
La mattina del giorno dopo si diede il via alla meditazione sistematica degli Atti degli Apostoli con una riflessione stesa da Paul Gray sul capitolo primo.
Dopo la Celebrazione Eucaristica Maribeth Mutmansky e Karin Sefcik presentarono una riflessione su alcune donne della Bibbia.
Ma il momento principale fu il commento ad Atti degli Apostoli 2 che suscitò varie discussioni nei partecipanti.
In seguito una signora carismatica episcopaliana, appartenente al gruppo di preghiera di Chapel Hill, invitata dai due professori, intervenne all’incontro parlando sulla Signoria di Gesù e sul Battesimo dello Spirito Santo. Uno dei presenti, David Mangan, conseguentemente alla relazione propose di rinnovare la propria Cresima. Tutto il programma quindi si svolse normalmente, come era stato prestabilito, e la sera ci sarebbe dovuta essere una festa di compleanno; ma lo svolgersi dei fatti cominciò ad avere una piega diversa.
Al piano superiore infatti, mentre sotto si sarebbero dovuti approntare i preparativi della festa, durante il momento di pausa, due fidanzati, Paul Gray e Maryanne Springle, chiesero a Ralph Keifer di pregare su di loro, perché ricevessero il Battesimo dello Spirito Santo. Entrambi a seguito della preghiera cominciarono a parlare in lingue.
Al piano inferiore le cose invece non andavano per il verso giusto, poiché sembrava che tutti i partecipanti fossero stati presi da un senso di stanchezza e di noia generale. Proprio per questo una studentessa, Patricia Gallagher, iniziò a fare il giro della casa per raccogliere i presenti in un solo luogo e così poter dare inizio alla festa. Avvenne però che entrando in cappella si sentì investita da una forza spirituale e dovette prima inginocchiarsi, e poi arrivò fino a prostrarsi davanti al tabernacolo[2].
Con lei c’era in cappella un altro studente, che stava facendo una esperienza simile, e Patty avvertì il bisogno di uscire fuori per invitare gli altri a vedere ciò che stava succedendo. Entrati ad uno ad uno in cappella, si sentirono tutti pervasi da un’ondata di spiritualità, e iniziarono a mostrarsi nuove manifestazioni: oltre al fatto che alcuni stessero in ginocchio ed altri letteralmente prostrati a terra (forma di preghiera inusuale per la Chiesa Cattolica), qualche studente cominciò a pregare spontaneamente senza uso di formule; ma la cosa più insolita fu il manifestarsi del carisma della glossolalia in maniera del tutto naturale, anche se bisogna dire che non tutti pregarono in lingue subito, molti lo fecero nei giorni successivi.[3]
Tale momento di preghiera si prolungò, senza nessun criterio particolare, dalle 22 alle 5 del mattino seguente.
Certo è difficile analizzare dal punto di vista storico-scientifico un fenomeno del genere, visto che la narrazione è tutta basata su testimonianze personali.
È anche difficile però vedere dietro questi fatti solo un caso d’isterismo collettivo, considerando la grande diffusione che ha avuto questa esperienza nel mondo e gli effetti duraturi nel tempo che ne sono nati.
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[1] P. Gallagher Mansfield, Come da una nuova Pentecoste, op. cit. , p. 45.
[2] Cfr. la testimonianza in P. Gallagher Mansfield, Come da una nuova Pentecoste, op. cit. , pp. 57-65 ; M. Panciera, Il Rinnovamento carismatico in Italia, op. cit. , pp. 116-117 ; R. Laurentin, Il movimento carismatico nella Chiesa Cattolica, op. cit. , p. 15.
[3] K. e D. Ranaghan, Il ritorno dello Spirito, op. cit. , p. 27 : “Alcuni lodavano Dio con lingue sconosciute, altri piangevano silenziosamente per la gioia, altri ancora pregavano e cantavano” .
Nato a Messina nel 1976. Laureato in lettere presso l’Università di Messina nel 1998, con una tesi in Storia del Cristianesimo. E’ docente di lettere nei licei ed inoltre docente di sostegno specializzato. E’ stato giornalista pubblicista fino al 2016, collaborando con testate locali e nazionali. Tra le sue passioni c’è la scrittura narrativa (ha al suo attivo due pubblicazioni) e la musica (compositore di musica sacra e animatore musicale nella liturgia, nei momenti di preghiera carismatica e in spettacoli di evangelizzazione).