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Il primo figlio della coppia è la coppia stessa

In occasione della Giornata Mondiale del Genitore, pubblichiamo con piacere un articolo di Sebastiano Fascetta che, insieme alla moglie Maria, condivide una bella riflessione per riscoprire l’essenza della coppia e della genitorialità.

Siamo Sebastiano e Maria Fascetta, abbiamo quattro figli di 24,23,19 e 10 anni. Da tempo riflettiamo sul fatto che non esiste la famiglia perfetta; ci è stata presentata una famiglia ideale che non corrisponde alla realtà quotidiana. Consci che non esistono regole assolute da applicare meccanicamente ma che le situazioni familiari, le personalità dei figli, il bagaglio emotivo–relazionale dei genitori siano differenti da situazione a situazione, vogliamo semplicemente condividere con voi qualche piccolo passo che ci può aiutare in questo viaggio che dura tutta la vita: essere sposi ed esseri genitori!

Innanzitutto crediamo fermamente che prima di essere genitori siamo sposi e il “primo figlio della coppia è la coppia stessa”, quindi è necessario coltivare il terreno della coppia. Come? Va zappettato, vanno estirpate le erbacce, va innaffiato, cioè è necessario scoprire le nostre fragilità, scendere nelle nostre parti di ombra, vivendo l’oggi e affrontando dubbi e paure.

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In questi anni, abbiamo compreso quando è importante scegliere insieme una linea educativa e non discutere davanti ai figli. Abbiamo una responsabilità educativa che va gestita insieme, in armonia e in un confronto continuo. Insieme possiamo sbagliare, insieme ci correggiamo, insieme accogliamo il compito di accompagnare e prenderci cura dei nostri figli.

Cammin facendo abbiamo sperimentato che amare è il nostro primo compito educativo. Ogni figlio va amato così com’è, ognuno è speciale, diverso e ognuno  desidera essere amato in modo esclusivo. “Ogni figlio è un figlio unico”. I nostri figli non sono il nostro specchio. Sono altro da noi, hanno personalità e inclinazioni proprie. Pertanto, cerchiamo di non riversare su loro le nostre aspettative o desideri repressi per non causare loro possibili frustrazioni.

Ci rendiamo conto, infatti, che le nostre ansie diventano ossessive, vogliamo controllare il tempo e lo spazio dei nostri figli: dove sarà? Cosa farà? Con chi sarà? Se li facciamo crescere controllando i loro spazi soffochiamo i processi di maturazione morale, spirituale ed etica che hanno bisogno di tempo.

giornata mondiale del genitore cantieri cristianiNoi abbiamo il compito difficile di educare nell’era della libertà assoluta, dei diritti senza doveri che si trasformano in pretese ed è complicato riuscire ed educare la loro libertà per cui fissare dei limiti è molto importante perché possano crescere nella libertà e responsabilità.

Per noi è anche importante aiutare i figli a guardare in alto cioè aiutarli a “farsi cercatori di Dio”, accettare anche le fasi della loro vita in cui rifiutano ogni istituzione religiosa e aspettare con pazienza che possano fare esperienza di Gesù, non come tradizione familiare, ma come incontro personale che cambia la vita.

A tal proposito ci pare illuminante l’esortazione dell’Apostolo Paolo a conclusione della lettera agli Efesini “E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore” (Ef 6,2). La nostra strategia non è quella di esasperarli o imporre loro un determinato approccio con la Parola di Dio, ma cerchiamo di essere un piccolo segno nel quotidiano mettendoci, anzitutto, noi in ascolto della Parola di Dio.

Infatti, con molta semplicità e naturalezza, giornalmente, ad esempio dopo pranzo, ci mettiamo in cucina a leggere la Bibbia senza isolarci dai nostri figli che vedono e sentono…Questo attualmente per noi è un modo per far risuonare in famiglia la Parola di Dio lasciando che Essa, in modo a noi sconosciuto e misterioso, lavori nei loro cuori. Questo di tanto in tanto suscita anche qualche approfondimento, chiarimento che scaturisce dalle loro osservazioni, considerazioni fatte durante i pasti.

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Anche la sera facciamo compieta e avvolte, senza alcuna forzatura, il più piccolo dei nostri figli partecipa imparando qualche frase dei salmi e della preghiera delle ore.

In conclusione dobbiamo sempre reinventare con creatività il nostro essere genitori, consapevoli che non sempre siamo riusciti e riusciamo ad attuare questi principi, ma ciò che ci dà forza è l’essere sostegno l’uno per l’altra. Gli scoraggiamenti sono legittimi, come anche le preoccupazioni ma cerchiamo di continuare a camminare anche zoppicando, confidando nell’aiuto dello Spirito Santo, nell’Umiltà, con Umanità e Umorismo (che non guasta mai).